L' ATTACCAMENTO ALLA MIA PERSONA. LA NETTA CONDIVISIONE DEL MIO PENSIERO.
L'OSTINATA PERSEVERANZA NEL CONDIVIDERE IL PERCORSO. NEL FARLO VOSTRO.
CORREDANDOLO CON LE VOSTRE PREZIOSE INTUIZIONI. REGOLE E MODALITÀ.
TUTTO QUESTO VOSTRO "CREDERE" HA DATO UN SENSO DEFINITIVO ED AFFASCINANTE
AD UN RAPPORTO CHE RESISTE, ORMAI, A QUALUNQUE MUTAMENTO O PERPLESSITÀ.

“IN MOSTRA SIAMO NOI”, COESI E SALDI. CONVINTI E SPAVALDI. PROVATI…MA SODDISFATTI.
ABBIAMO FATTO SFOGGIO DI UNA SEMPLICITÀ DISARMANTE. DI MUSICA E CHILOMETRI.
DI BIVACCHI E CONFIDENZE. DI UN'ARMONIA SUDATA, MERITATA E GODUTA.
MENTRE IL TEMPO SFRONDAVA QUALCHE TENERA PROMESSA...
E QUALCUNO FORSE NON É RIUSCITO A SUPERARE UN BRUTTO TEMPORALE.
CI SIAMO RIVISTI, ECCOME. ABBIAMO SOSPIRATO, MA CON GIOIA ED IRONIA.
I VOLTI TRASFORMATI, SÌ. MA CON RISPETTO.

TANTO CHE QUEL SORRISO SI FAREBBE RICONOSCERE ANCORA OGGI: ANCHE AL BUIO!

GRAZIE PER ZEROLANDIA. PER TUTTE LE MIE PROVOCAZIONI. PER AVERMI PERMESSO DI OSARE.
DI CREDERE IN ME. DI MATURARE. E DI LIBERARMI DEL PESO ASSURDO E INACCETTABILE DEL "DUBBIO" DI ALCUNI,
CHE BAZZICANO ANCORA I MARGINI DELL’ESISTENZA PER PAURA DI CONTAGIARSI D’AMORE.
GRAZIE PER AVERMI ISPIRATO. PER ESSERE DENTRO LE MIE CANZONI CON LE VOSTRE STORIE DOLCI E DOLOROSE.

GRAZIE A NOME DELLE MIE MASCHERE. DEL BEAUTY-CASE CHE MI MISE AL SICURO DALLE SCOMODE ETICHETTE
E DALLA MONOTONIA DI UNA SCRIVANIA TROPPO ANGUSTA PER ME.

GRAZIE ALLA MIA ROMA CHE CONTINUA AD ACCOGLIERE I MIEI AMICI CON STILE IMPECCABILE E GRANDE PARTECIPAZIONE.
INFINE, GRAZIE PER FONOPÒLI. UN'IDEA TROPPO GENIALE PERCHÉ I SIGNORI DEL POTERE
NE POTESSERO COMPRENDERE IL SENSO E LA LUNGIMIRANZA. PAZIENZA, NOI GUARDIAMO AVANTI.

UN’ESPERIENZA DAVVERO DENSA DI EMOZIONI E MERAVIGLIA, ANCHE PER ME.
SIETE STATI PREZIOSI AL CUORE. ALLA MENTE. MA PIÙ DI TUTTO ALL'ANIMA. CHE SE SI AMMALA...
NON CANTA PIÙ. NON SI TRUCCA PIÙ. NON STUPISCE PIÙ NESSUNO E MUORE.
VIVA TE. VIVA LA MUSICA. LA VITA. IL CARROZZONE.
E VIVA PURE RENATO CHE NON ACCETTÒ MAI DI INGINOCCHIARSI DI FRONTE ALLA MEDIOCRITÀ!

ARRIVEDERCI AI PROSSIMI APPUNTAMENTI. NON FATEVI TROVARE IMPREPARATI.
VIVETE E ANNOTATE…OSSERVATE E ARRICCHITEVI…SBAGLIATE E NON PENTITEVI…INCONTRATE E RACCONTATEVI…
CHE IL SILENZIO NON HA MAI ABITATO QUI!

RENATO ZERO








C'E` STATO E C'E` UN ARTISTA CHE HA FATTO DI UN'OFFESA IL SUO COGNOME


Un'anteprima annunciata dallo stesso Renato Zero che, il giorno del suo compleanno, rivela un evento inedito, una retrospettiva a lui dedicata che condurrà lo spettatore in un viaggio intimo e recondito nel legame indissolubile della sua vita con la sua arte e le sue canzoni che hanno raccontato uno spaccato di storia italiana. La mostra dal titolo semplice e forse inevitabile “Zero” fortemente voluta nel cuore del quartiere Testaccio, presso il Centro di Produzione Culturale “La Pelanda” in collaborazione con il Macro di Roma dal 18 dicembre 2014 e fino al 22 marzo 2015, è stata ideata e curata dall’Avvocato Simone Veneziano, mentre la direzione artistica è stata affidata al cantautore e collaboratore di Zero, Vincenzo Incenzo che puntualizza: “Per espresso volere dello stesso Renato, “Lasciate che a parlare siano le mie canzoni”, non ci si deve aspettare un reliquario con una mera esposizione di dischi, gadget e feticci”, piuttosto un imponente allestimento ad alto contenuto tecnologico visivo, ricco di musica, immagini, documenti inediti ed alcuni cimeli che ripercorrono l’ineguagliabile attività artistica in stretta correlazione con un medesimo percorso legato all’Italia degli ultimi 50 anni e radicato nel contesto storico-culturale. Un’opportunità di prendere parte attivamente al suo pianeta, i suoi segreti, il suo percorso di musica e parole ed immergersi completamente, come mai prima d’ora, in un magico racconto fiabesco, perché in fondo, la favola di Renato è anche la nostra!






QUANTE VOLTE SONO MORTO, QUANTE VOLTE NASCERO`.......



Dal punto di vista antropologico nessun dubbio, sono solo due le certezze su cui affidarsi: si nasce e, per chi ha questo privilegio, di conseguenza si muore. Così non è se andiamo invece ad analizzare la vita artistica di molti illustri personaggi che durante la loro carriera hanno attraversato diverse fasi tra alti e bassi. Bellissimo l'articolo del Giornalista Marco Travaglio, proprio a proposito della Mostra, di cui vi propongo questo significativo stralcio.
"Il primo suono è un battito cardiaco, il ritmo pop del feto che rischiava di nascere morto (“quante volte sono morto quante volte nascerò”). Invece uscì vivo (“il mio alibi è che vivo”). E strano (“privo di un’etichetta, infilo il naso dove mi va, brucio la vita eppure non ho fretta; rifiuto l’uniforme, gli inviti della pubblicità, pranzo coi neri, ceno coi rossi, mi fidanzo con chi mi va; io sono strano, forse per questo più umano eh già, io sono strano”). L’uomo che nacque tre volte – la prima come tutti, la seconda subito dopo nel reparto maternità con una trasfusione completa del sangue per scacciar via una rarissima anemia emolitica, la terza a 41 anni quando tutti lo davano per finito e invece strappò dieci minuti di applausi a Sanremo con Spalle al muro – si racconta in una mostra che dovrebbe essere retrospettiva, invece diventa introspettiva e antespettiva. Il suo nome infatti è Re-Nato.








DOLCI GABBIE DORATE





Chi più di Renato Zero ha il diritto di vedere accostare il proprio nome ad una espressione artistica così carica di vita e colore? Eppure nella prima sala della mostra, gli schermi multimediali offrono un impatto volutamente monocromatico, proprio per rappresentare quell’ Italia in bianco e nero della fine degli anni 60, che nonostante il boom economico, nonostante una lenta ma inesorabile migrazione dalla campagna verso la città sempre più in espansione ed in pieno sviluppo industriale con le prime rivendicazioni sociali, inizia a stringere la popolazione nella progressiva morsa del conformismo della politica, della religione. Una costante edificazione di gabbie dorate figlie di una speculazione edilizia che crea ecomostri somiglianti più a dei castelli di sabbia piuttosto che a solidi e confortevoli edifici, dove poter rinchiudere le persone ed il loro finto benessere.










NON HO MAI PERSO LA BUSSOLA

Una bussola “spirituale” con i punti cardinali che indicano senza esitazione il suo credo! Il Nord punta in alto all’Eterno: “E poi, più in alto e ancora su, fino a sforare Dio”; il Sud agli ultimi, quelli che Renato ha sempre cantato: “Figli ce n'è anche qui, tutti una faccia ed un nome.. Figli del mai, piccoli eroi, in guerra per un sorriso! Periferia… è casa mia”. L’ Est dove sorge il sole, è rappresentato dalla città eterna… Roma, città natale con la sua gente passionale e generosa che non l’ha mai tradito. Ad Ovest, in penombra, c’è il sesso, quello più volte cantato, difeso, fulcro dell’identità, dell’essenza di ciò che noi siamo ed a volte non abbiamo il coraggio di essere, deviati da vincoli, dagli obblighi e spesso dalla violenza che colpisce tutto ciò che viene additato come “diverso”.